Un servizio per vittime di violenza e stalking
Redazione Galattica
Il numero attivo 24 ore su 24 per offrire sicurezza e supporto a chi vive situazioni di violenza.
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Un gruppo molto unito di studenti della prima classe dell’Istituto Galilei-Costa-Scarambone nella piazza semideserta di Lecce con in mano un cartello con su scritto a penna “MABASTA” e una gran voglia di dire basta al bullismo. Un disperato grido contro l’indifferenza diventato in pochi anni è diventato prima un movimento e poi una startup sociale su iniziativa di Mirko Cazzato, uno di quegli studenti che negli anni hanno collezionato numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la stretta di mano con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l’incontro con Papa Francesco.
Nel giugno scorso l’ultimo sigillo, grazie al progetto MABASTA, l’Istituto Galilei-Costa-Scarambone di Lecce è stato selezionato nella Top10 dei “World’s Best School Prizes”, meglio conosciuti come i Nobel delle scuole, nella categoria “Supporting healthy lives”.
Tutto ha avuto inizio proprio nelle aule del Galilei-Costa-Scarambone, da quella 1a A che nei primi giorni del febbraio 2016, mossa da un grave episodio di bullismo commentato in classe con colui che per loro era qualcosa più di un docente di informatica, il prof. Daniele Manni, ha deciso di scendere nella piazza semivuota di Lecce con un cartello su cui era scritto a penna “MABASTA”. Da lì, una fortunata serie di eventi ha permesso al movimento di ragazze e ragazzi leccesi, che nel frattempo hanno preso il nome di MABASTA dall’acronimo del Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti, di ottenere la ribalta mediatica nazionale, dal Corriere della Sera al TG1, fino al palco di Sanremo, passando per la Medaglia di Alfiere della Repubblica, consegnata dalle mani del Presidente della Repubblica.
Passata la bolla mediatica non è mai passata la quotidiana lotta al bullismo del movimento che negli anni successivi ha prima stilato il “Modello MABASTA”, un vero e proprio protocollo dettagliato di azioni utili a contrastare ogni forma di bullismo e cyberbullismo in età scolare, e ha poi divulgato il “Modello” in tutt’Italia, riuscendo a raggiungere oltre 800 classi e 80 mila studenti.
Arrivati alla Maturità, nell’estate 2020 ogni studente ha preso la sua strada: “chi è andato fuori, chi ha preso la marina, chi sta in Bocconi, come il mio migliore amico che studia giurisprudenza”, racconta oggi Mirko Cazzato. Lui voleva fare il poliziotto, o come si dice a Lecce, “voleva prendere le armi”. “Perché io a livello caratteriale sono uno che si presta sempre a dare una mano a chi è in difficoltà”. Ma nell’anno del Covid, che ha bloccato l’intero Paese, concorsi per la Polizia compresi, Mirko ha cominciato a pensare che in fondo stava già aiutando gli altri, che non gli serviva per forza una divisa per farlo. Quindi, spronato dal Prof Manni che ancora oggi definisce “il mio mentore”, ha preso MABASTA “in mano più concretamente” e ha creato una Impresa Sociale con l’obiettivo di divulgare il Modello MABASTA in modo più capillare.
I primi fondi della startup sociale sono stati raccolti da un crowdfunding e da un finanziamento di 15 mila euro della Regione Puglia, “usati per muoverci in tutta Lecce e provincia. Siamo arrivati fino a Taranto”, aggiunge il fondatore che oggi si occupa principalmente di questa parte per sostenere un’impresa che conta 40 ragazze e ragazzi dai 14 ai 17 anni su e giù per l’Italia con il Modello MABASTA perfezionato negli anni in 6 efficaci azioni di contrasto al bullismo e al cyberbullismo.
Mirko sta per compiere 23 anni e ormai non entra più nelle classi, perché come ironicamente ci confessa: “ho perso il mio effetto”. Resta nei corridoi delle scuole e vede i giovanissimi del suo team che “entrano nelle classi che adottano il progetto e in 30-40 minuti riescono a creare un legame con i coetanei tale da far emergere e a volte risolvere situazioni di bullismo: in poco più di mezz’ora quei ragazzi diventano i fratelli o le sorelle maggiori di quei ragazzi che magari sono vittime di bullismo da due anni e non ne hanno mai parlato con nessuno”.
Il punto di forza di MABASTA sta proprio nella base operativa formata da adolescenti, “anche se non è facile avere un team di 40 ragazzi di 14-17 anni da gestire”, ripete il fondatore che si trova ogni anno a gestire un ricambio generazionale dei ragazzi delle quinte classi che prendono la loro strada. Alcuni restano nel Movimento, “diventano MABASTA senior, dello staff senior che ogni settembre va nelle classe di primo superiore a coinvolgere nuove leve”. Così facendo intanto sono nati tre diramazioni di MABASTA, a Milano, Trento e Torino e sono in progetto altri team in altre scuole di Lecce.
Infine il messaggio da consegnare a queste pagine. Mirko non lo rivolge ai bulli e nemmeno alle vittime, ma agli spettatori, coloro che assistono a questi episodi. Ebbene, “non rimanete passivi, perché siete molti di più delle vittime e molti di più dei bulli. Se gli spettatori si uniscono in un contro branco e riescono a far capire ai bulli che stanno sbagliando, il problema del bullismo si affievolisce”.
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