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Si avverte ancora l’eco dell’edizione appena conclusa del GameFest, l’evento dedicato al networking, alla promozione e alla crescita dei giovani operatori dell’entertainment digitale che si è svolto il 12 e 13 ottobre al Castello Caracciolo del Comune di Cellamare (BA). Anni fa si sarebbe sintetizzato il tutto con la parola “videogioco”, “ma ormai parlare di videogioco è riduttivo”, ci spiega Gianluca Bovio, animatore del festival e fondatore di Giocatori Senza Frontiere, l’APS che organizza il GameFest. “Ora si parla di intrattenimento digitale o, ancora meglio, di esperienza digitale”. Perché in molti casi si va oltre il videogioco, con elementi di mixed reality che invadono sempre di più lo spazio dell’entertainment.
Gianluca non pensava certo di arrivare fin qui dieci anni fa, quando con il suo gruppo di amici ha fondato l’associazione. L’intento era ludico, ma anche pedagogico e sociale. Nella fase iniziale Giocatori Senza Frontiere è entrata nel circuito dei cosiddetti eSport, ossia le competizioni di videogiochi di livello agonistico e professionistico. Da Cellamare hanno coinvolto moltissimi appassionati di videogiochi da tutto il sud Italia. Tuttavia, ben presto “il vestito degli eSport ha cominciato a starci stretto, perché troppo orientato al marketing e al risvolto commerciale. A noi interessava tenere vivo l’elemento sociale”, rimarca Gianluca che ancora oggi vede l’APS che ha fondato come “un collettivo di game designer che punta alla creazione e promozione dei progetti videoludici, ma anche giochi da tavola e giochi di ruolo, che sono ancora predominanti nell’immaginario dei gamers”.
L’Associazione ha fatto sempre base nei locali del Castello Caracciolo di Cellamare, diventati nel 2022 uno dei Luoghi Comuni della Regione Puglia, ovvero uno degli spazi pubblici beneficiari della misura che finanzia progetti di innovazione sociale promossi da Organizzazioni giovanili pugliesi. Proprio come questo Nuovo Spazio Storico con affaccio su via Pacifico, diventato GameLab – Laboratorio Cyber Urbano. Uno spazio ibrido multidisciplinare nelle cui stanze, Creative Room, Game Room e Makers Room, si svolgono attività di formazione e laboratori. Gli spazi sono un punto d’incontro per l’aggregazione, la didattica e il dialogo dove la cultura digitale, il gioco e la gamification diventano strumenti per definire nuovi asset culturali e professionali e colmare il gap tra le generazioni. “Il target più ambizioso che vogliamo raggiungere è infatti quello dei genitori degli adolescenti”, sottolinea Bovio, che oggi vede genitori preoccupatissimi per l’uso solitario e smodato dei dispositivi e dei social da parte di figli sempre più inafferrabili, che ora si insinuano anche tra le maglie imperscrutabili dell’Intelligenza Artificiale. A questi genitori l’associazione, formata da ragazze e ragazzi esperti e consapevoli, offre una sponda rassicurante e un dialogo costante.
Dalle attività nel GameLab alla creazione del GameFest il passo è stato breve e “abbastanza naturale”, come racconta Gianluca. “Per farci conoscere ci siamo posizionati in uno spazio della Fiera del Levante durante il Levante Forum del 2023 e abbiamo attirato l’attenzione del professor Fabrizio Balducci, il quale ci proposto di collaborare con il docente del Corso di Sviluppo di Videogiochi dell’Università di Bari, Pierpaolo Basile”. Molti studenti del Prof. Basile, anche i più volenterosi e talentuosi, si bloccavano alla fase di progettazione e non sapevano come andare avanti, a chi rivolgersi per far uscire il progetto dalle rassicuranti mura accademiche. Così, “abbiamo dapprima svolto con loro un orientamento in forma laboratoriale e poi abbiamo sviluppato l’idea dell’evento. Il GameFest si svolge da due anni e prevede una challenge tra pitch di presentazioni dei progetti digitali a potenziali investitori. Questa formula è piaciuta ed è cresciuta molto in questi anni, anche perché non esiste una cosa del genere da nessun’altra parte”. Oltre al Game Pitch Challenge, il festival prevede anche workshop, incontri e dj set. Nell’ultimo GameFest è stato inoltre introdotto il premio dedicato al miglior progetto imprenditoriale, assegnato al Rewind Studios per il videogioco Parodox.
Giocatori Senza Frontiere è cresciuta negli anni e inevitabilmente ha perso la maggior parte del nucleo storico di giocatori che si ritrovavano a giocare in modo spontaneo e informale nei locali del Castello. Sono diventati adulti e ognuno ha preso la sua strada. “C’è chi l’ha fatto nel mondo del marketing, nella formazione, nel content management o nella progettazione dei giochi. Ma ognuno di loro ha avviato la propria carriera grazie all’associazione e a questa esperienza”, conclude Gianluca con un certo orgoglio.
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Giovanni Zappatore è il C.E.O di BionIT Labs, una start up innovativa che produce le prime protesi al mondo completamente adattive.