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Dobbiamo ritrovare lo stupore che ci è stato rubato dagli schermi e dalla dimensione digitale. Lo stupore dei bambini di fronte alla realtà. Lo stupore di Totò, il giovanissimo protagonista del film Nuovo Cinema Paradiso che sgrana gli occhi ogni volta che Alfredo accende la macchina da presa. A dirlo non è un nostalgico “boomer” affezionato all’analogico, ma un giovane Maestro Cartapestaio di Putignano: Diego Simone di 24 anni.
Innamorato fin da piccolo del Carnevale della sua città e attratto da quel mestiere, il cartapestaio, Diego sembra un Totò pugliese che “impara a bottega”, proprio come il protagonista del film di Giuseppe Tornatore che apprende da Alfredo il mestiere del proiezionista, per poi diventare il proiezionista del Nuovo Cinema Paradiso. Il film, neanche a farlo apposta, ha ispirato il primo carro progettato da Diego Simone per il Carnevale 2025 di Putignano nella nuova veste di team leader, “un ruolo che mi si addice molto più di Maestro Cartapestaio, perché oggi ci sono molte più competenze e più personale specializzato che necessitano di un coordinamento, rispetto al vecchio Maestro factotum”.
Il team dell’associazione culturale “L’Isola che non c’è” che ha realizzato Paradiso 2.0 è composto da una dozzina di persone, compresi i genitori di Simone, con età molto diverse tra loro. “Ci sono un bel po’ di under trenta, tra cui i due fabbri che si occupano del sostegno in ferro e quelli che si occupano dell’impianto elettrico. Poi c’è “Zio Ciccio” un fabbro specializzato ultrasessantenne”. Insomma, un team intergenerazionale “con un equilibrio molto difficile che riusciamo a creare grazie alla stima e alla fiducia reciproca”, ammette lo stesso Diego che si affida alle competenze della sua squadra, “che completano quelle che ho acquisito in dieci anni”. Perché Diego Simone, già appassionato di disegno, arte e pittura, e laureato all’Accademia di Belle Arti di Bari, ha iniziato all’età di quindici anni a maneggiare la cartapesta, realizzando le prime maschere di carattere per i piccoli carri. “Ho imparato da lì a lavorare con l’argilla, con la cartapesta e con le piccole strutture in ferro, fino ad arrivare al carro di quest’anno, che segna un nuovo inizio”.
Il tema del Carnevale 2025 è la sovversione e Diego è partito da un aneddoto personale per interpretare il tema con un’allegoria. “Ero alla Cascata delle Marmore in Umbria e davanti alla cascata artificiale, nel momento in cui è stata attivata davanti al pizzale gremito, ho preso il telefono per fare il più classico dei video. Poi mi sono guardato intorno e ho visto che eravamo una trentina di rimbecilliti con il telefono in mano e nessuno di noi che stava guardando la cascata con i propri occhi. A quel punto ho messo in tasca il telefono e mi sono goduto la cascata, guardandola con i miei occhi”.
Lo smartphone, prosegue Diego, “mi ha portato a una riflessione più profonda: non riusciamo più a vedere il mondo se non da dietro a uno schermo, dobbiamo continuamente mostrare ciò che guardiamo, perché è diventato più importante mostrare e creare la propria identità digitale, anziché vivere appieno ogni momento”. Sul tema si sono pronunciati recentemente anche Bob Sinclar, Cosmo e tanti altri protagonisti del mondo dello spettacolo che hanno preso posizione sull’uso degli smartphone durante gli spettacoli live.
“Era un’urgenza trattare il tema”, aggiunge il giovane artista di Putignano, “e l’abbiamo affrontato portando il pubblico stesso sul carro. Abbiamo preso la platea di Nuovo Cinema Paradiso, quella inquadrata in una carrellata del film di Tornatore, e l’abbiamo popolata con un pubblico contemporaneo che invece di meravigliarsi guardando il film sullo schermo, manifesta il suo stupore filmando con lo smartphone ciò che sta guardando. Creiamo quindi un gioco di riflessi: quando arriva il carro il pubblico solitamente prende il telefono e filma; stavolta si troverà a riprendere qualcuno che lo sta riprendendo a sua volta. Un effetto specchio che spero porti a riflettere il pubblico, come successo a me davanti alla Cascata delle Marmore”.
Tuttavia, tra il pubblico di cartapesta del carro c’è un personaggio, uno solo, senza telefono in mano che si meraviglia dello spettacolo che ha di fronte ai suoi occhi, senza filmare nulla. È il piccolo Totò, il personaggio che racchiude la vera idea di sovversione, ovvero il senso di ribellione alle identità digitali che ci creiamo invece di vivere e godere della realtà che abbiamo di fronte.
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Giovanni Zappatore è il C.E.O di BionIT Labs, una start up innovativa che produce le prime protesi al mondo completamente adattive.