GOCC-I.A. l’App che usa l’Ai per risparmiare acqua in agricoltura
Redazione Galattica
Il progetto delle ricercatrici di UniBa, Nunzia Lomonte, Daniela Grassi e Sara Tibido, ha vinto il primo premio dell’Hackathon Women Shape the Future.
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Il suo nome, BeadRoots, significa letteralmente “Radici di perline”, e produce un’innovativa soluzione a base di polimeri naturali superassorbenti che permettono il risparmio dell’acqua in agricoltura. Questi polimeri, gli idrogel, una volta aggiunti al terreno agricolo, assorbono e trattengono acqua piovana, o acqua proveniente da irrigazione, e successivamente la rilasciano a beneficio delle radici delle piante. In questo modo è come se le radici beneficiassero di una doppia irrigazione, la prima viene effettuata in modo classico, e la seconda ad opera del terreno che grazie agli idrogel trattiene l’acqua rilasciandola poi lentamente nel tempo. In questo modo le colture riescono ad alimentarsi anche durante i periodi di scarsità idrica. Inoltre, quando i polimeri perdono efficacia non lasciano alcuna traccia nel terreno, anzi, hanno un’azione biostimolante sulle piante aumentando la produttività e rigenerando il suolo, grazie all’aumento di batteri benefici.
L’idea è di tre talenti di ritorno che coprono l’intera penisola: Angela Bonato, veneta; Valerio Vincenzo De Luca, pugliese; Paolo Pezzolla di Roma. Angela, Valerio e Paolo hanno fatto molta strada in giro per il mondo prima di ritornare a casa “Bringing It All Back Home”, come cantava Bob Dylan e come sottolinea Angela: “stavamo bene all’estero, in un certo senso non ci mancava nulla, ma ad un certo punto è cresciuta per tutti noi la volontà di tornare e di riportare le esperienze fatte a casa”.
All’estero Angela lavorava con gli idrogel per ricostruire le cartilagini in un progetto di ricerca finanziato dalla Fifa e destinato al mondo del calcio. “Non mi bastava”, afferma oggi, “volevo spostare i miei interessi su cose più impellenti, tipo il cambiamento climatico e la transizione ecologica, temi che mi sono sempre stati a cuore”. Torna in Italia e in un programma europeo di sviluppo di startup incontra Valerio Vincenzo De Luca, originario di San Vito dei Normanni e laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Torino. Si aggiudicano il primo premio del Programma, fondano la loro startup, come previsto dal premio e partono con il percorso ormai classico delle startup: sperimentazione sul prodotto, partecipazione ad altri bandi e acceleratori d’impresa, e partecipazione a premi per startup.
Tra i premi vinti, la startup BeadRoots si è aggiudicata la Start Cup Puglia 2024 – Premio regionale per l’Innovazione, organizzata da ARTI – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, in collaborazione con Regione Puglia, Comitato Promotore e PNI – Premio nazionale per l’Innovazione. È stato il team più votato tra i dieci in gara durante la finale della 17esima edizione che si è svolta presso lo Spazio Murat in piazza del Ferrarese a Bari.
BeadRoots ha sede legale Lecce e laboratori in Veneto. I primi test informali e poi formali sono stati eseguiti in campi aperti, con grande entusiasmo da parte dei coltivatori. “Ricordiamo sempre un vignaiolo di oltre 70 anni, con un’esperienza cinquantennale sul campo, che ci mandava video entusiasti della sua vigna dove aveva testato il prodotto, risparmiando ingenti quantitativi d’acqua”. Valerio mantiene dritta la barra sul parere degli agricoltori, utenti finali e decisivi del prodotto. “Il nostro obiettivo è supportarli con un prodotto che riesca a coniugare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, perché non è giusto che solo alcuni paghino la transizione ecologica”. Più in generale, afferma ancora lo startupper pugliese, “vogliamo essere una realtà biotech per l’agricoltura, marcando una nostra identità nazionale a supporto dell’agricoltura, in continuo dialogo con questo mondo”.
Farlo dalla Puglia pare sia la soluzione migliore come affermano all’unisono Valerio e Angela. “In Puglia è in atto un cambio del mindset, anche grazie alle condizioni vantaggiose per fare impresa, in particolare nel settore agricolo”. Con il supporto delle misure regionali, e non solo, “si sono aperte talmente tante possibilità che la Puglia è ormai riconosciuta come terra di startup”, conclude Valerio, a cui si aggiungono le parole di Angela che oltre a vedere “forti connessioni tra Veneto e Puglia”, trova delle somiglianze tra il Veneto di venti anni fa e la Puglia di oggi, “una regione con un grande fermento imprenditoriale”. Una Regione generativa di progetti e percorsi nuovi.
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