Matilde Sabato, in un libro il suo percorso tra dislessia e Jazz

La giovane musicista e cantante pugliese racconta nel suo libro "La Dislessia e il jazz" come il jazz l'abbia aiutata a superare le sfide della dislessia, trasformando la musica in uno strumento di consapevolezza e rinascita.

Redazione Galattica

03 ott 2024
Primo piano di una giovane ragazza in abbigliamento elegante

“Qualcuno avrebbe voluto occuparsi di jazz, qualcuno l’avrebbe saputo perfino suonare quel jazz”. Così cantava Francesco De Gregori in un pezzo dedicato al Jazz, il genere che “qualcuno l’ha persino salvato”, potremmo dire parafrasando il Principe e pensando a Matilde Sabato, la musicista e cantante, autrice di “La Dislessia e il jazz”, il libro edito da Digressione Music che racconta il suo personalissimo percorso di consapevolezza e potremmo dire “salvezza” attraverso la musica, e in particolare il jazz.

La dislessia

Perché Matilde intorno ai sette anni ha cominciato ad avere difficoltà di apprendimento che i suoi genitori e i suoi insegnanti consideravano inspiegabili, visto che fino alla seconda elementare era una piccola studentessa modello. Passarono altri due anni prima di avere una diagnosi, ma ne passarono molti di più senza una vera metodologia di intervento, con difficoltà crescenti per la Matilde studentessa: “ho avuto per molto tempo attacchi di panico per l’insicurezza crescente e l’ansia da prestazione” conferma lei stessa.

La musica come ancora di salvezza

Fortunatamente c’era la musica. Un universo parallelo dove Matilde era a casa sua. Forse perché esattamente a casa sua si respirava musica, con sua madre Raffaella Ronchi pianista, docente e direttrice artistica, insieme con Fiorella Sassanelli, del festival di musica contemporanea UrtiCanti. Così, a sette anni inizia a suonare e studiare violino “il primo amore”, senza alcuna difficoltà, anzi con ottimo riscontro di valutazioni e premi.

Tuttavia, come tutti i primi amori, anche quello con il violino ha lasciato il posto ad un amore più maturo, il canto jazz. Voleva studiare il pop “perché non abbiamo altri riferimenti che quello pop purtroppo”, e invece le tocca scegliere tra lirica e jazz. Sceglie jazz al Conservatorio Nino Rota di Monopoli, una scelta che le cambia, e salva, la vita.

Il Jazz

“Il jazz mi ha aperto un mondo”, spiega la cantante, “perché il jazz è inclusivo e accogliente, non ha canoni da seguire con poco spazio all’interpretazione come la musica classica, ma solo parametri da interpretare e a cui attribuire un significato personalissimo”. Basti pensare all’improvvisazione nel jazz, o allo stesso concetto di errore. “Nell’improvvisazione jazz è molto facile cadere nell’errore e per me che ero abituata a essere performante e dovevo ambire ad essere come tutti è stata una rivoluzione”. Come zittire quella voce che le diceva sempre “prendi esempio e cerca di ambire a essere come tutti”, una specie di “normalità” inesistente.

Esibizione della cantante e scrittrice jazz Matilde Sabato durante la presentazione del libro “La Dislessia e il jazz”

Esibizione Matilde Sabato

Multisensorialità

“Sotto le stelle del jazz”, tanto per citare un altro cantautore, non esiste una normalità a cui ambire, ed è per questo che Matilde si è sentita finalmente nel suo posto. “Perché il jazz ha un approccio multisensoriale, dove per multisensorialità si intendono tutte le modalità che ha l’essere umano per imparare una determinata cosa”.

Dalla tesi al libro

La ricerca di un fattore che accomuna la dislessia e il jazz è diventata poi una tesi sperimentale per la laurea di Matilde al corso di laurea magistrale in Canto Jazz presso il Conservatorio “A. Buzzolla” di Adria (RO). A guidarla nella stesura di tale lavoro, la musicista e docente pugliese Chiara Liuzzi. Una ricerca proseguita, approfondita e finita nel libro “La Dislessia e il jazz”. Attraverso questo suo primo libro, concilia la sua ricerca personale e introspettiva, con il suo percorso di studi, mettendoli così a disposizione, con l’auspicio che possano diventare uno spunto e un aiuto concreto per tutti.

Copertina del libro

La Dislessia e Il Jazz

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