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Giuseppe Colavito, da UniBa alla NASA con l’Ai

Il giovane pugliese al Goddard Space Flighy Center si è occupato di Ai generativa applicata allo sviluppo del software per le missioni Nasa.

Redazione Galattica

21 gen 2025
Giuseppe Colavito davanti a una replica del telescopio spaziale Hubble
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  2. Giuseppe Colavito, da UniBa alla NASA con l’Ai
Giuseppe Colavito

Da Gravina di Puglia (BA) alla NASA e ritorno. A soli 25 anni, Giuseppe Colavito, con in tasca la laurea triennale in Informatica e magistrale in Computer Science indirizzo Artificial Intelligence, attualmente dottorando nel Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale tra Università di Bari e Università di Pisa, ha già sorvolato l’Atlantico per portare la sua ricerca al Goddard space flight center della NASA, nel Maryland.

La ricerca

Tutto è nato dalla sua attività di ricerca nell’ambito della linguistica computazionale, ovvero come processare un testo naturale con un software, in particolare con algoritmi NPL (Natural Language Processing) basati sull’intelligenza artificiale. Sviluppando questo tipo di algoritmi, Giuseppe giunge alla pubblicazione dell’“Issue report classification using trainer language model” nel quale spiega come attraverso il sistema di intelligenza artificiale basato sul processare il linguaggio naturale è in grado di etichettare determinati problemi da segnalare ai programmatori, i cosiddetti ticket. Per software molto complessi i ticket possono arrivare a cifre considerevoli. Questi devono essere letti, smistati e processati dai vari team di persone fisiche. “Grazie al sistema di Issue report classification è possibile velocizzare questi processi che solitamente impiegano molto tempo”, afferma Giuseppe che su questa ricerca ha pubblicato articoli e partecipato a conferenze.

Mail dalla NASA

Tanto è bastato per ricevere una mail di ingaggio da un indirizzo targato @nasa.gov. Immediatamente ha pensato fosse scam, ossia truffe che arrivano da indirizzi mail il più possibile verosimili. “Invece era tutto vero, con i miei docenti ho accertato che l’email era stata mandata da un software engineer della NASA, il quale mi proponeva di collaborare con loro”. Per un anno solo scambi di mail e call per alcune dritte relative agli argomenti del dottorato, poi la partenza per gli USA dove è rimasto per oltre due mesi, dal 19 agosto a fine ottobre. “Ero di base a Washington DC, stato confinante con il Maryland, sede del Goddard space flight center della NASA. Quando ero autorizzato andavo nella sede del laboratorio per occuparmi dell’Ai applicata ai software di gestione dei controlli di sicurezza delle emissioni satellitari”.

Negli States

Giuseppe con grande umiltà e onestà intellettuale ammette che non è stato tutto rose e fiori negli States, “è stata molto dura perché vivevo da solo, non conoscevo nessuno”. “È stato difficile creare legami duraturi, ma anche solo uscire un sabato sera, visto che gli americani sono molto pianificatori e programmano con settimane di anticipo anche solo un’uscita in compagnia. Poi la lingua, nonostante la mia padronanza ero in difficoltà perché loro parlano molto veloce mangiandosi molte parole. In compenso, la gente è molto aperta, attacca a conversare in modo estemporaneo e spontaneo per strada, nei supermercati, ovunque, con chiunque. Qui in Italia questo non succederebbe mai”.

Ritorno al Futuro

Ora Giuseppe è di nuovo a Bari per completare il suo dottorato nel Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari di cui va molto fiero, e che ci tiene a ringraziare i suoi supervisor, la professoressa d’informatica Nicole Novielli e Filippo Lanubile, direttore del Dipartimento. “È un Dipartimento molto valido, che non ha nulla da invidiare agli altri atenei, anche i più prestigiosi e ambiti. Sviluppa collaborazioni internazionali molto interessanti che troppo spesso vengono snobbate dagli studenti stessi, quando invece, come nel mio caso, danno molte opportunità”. Per quanto riguarda invece la NASA, la collaborazione va avanti, “sono ancora in contatto con il personale del laboratorio della NASA, ci sono dei progetti in corso e chissà se un giorno tornerò lì, non lo escludo”, conclude.

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